domenica 23 ottobre 2016

Sulla nostra Astronave

Io ho un "vizio", mi piace sbirciare dentro le finestre degli altri, per guardare come sono le case e anche per vedere pezzetti di vita. 
 
E ogni tanto mi piace immaginare di guardare da fuori anche noi: mi piace pensare a come risulteremmo ad una persona che passando guarda dentro le finestre illuminate di casa nostra, al caldo della nostra casa, senza il suono della nostra vita.

E così immagino di guardarci dal buio e vedo i bambini che si rincorrono  e li osservo ridere e saltare sul divano e guardarsi tra di loro con i loro musi divertiti, e la sorellina che li segue gattonando come un fulmine. Vedo il Papi che li prende e li stropiccia e gli fa fare il cavallo sulla schiena e li fa volare. Vedo la mamma che li insegue a quattro zampe e se li mordicchia tutti quando li acchiappa. Vedo il calore della nostra famiglia, delle nostre risate, delle nostre coccole.

A volte mi dico che non saremo mai più felici come lo siamo ora, che non si ripeterà mai la magia di questo momento così perfetto. Oggi noi siamo stanchi, sempre di corsa, senza mai un attimo di respiro. Ma siamo onnipotenti: siamo forti e giovani e innamorati. Oggi noi possiamo tutto, siamo esattamente quello che vedono i nostri bambini: invincibili. E i nostri bambini hanno gli occhi fiduciosi e divertiti, hanno ancora le manine paffute con i buchini sulle nocche e non quelle mani ossute e spigolose che abbiamo noi grandi. Parlano ancora una lingua misteriosa, fatta della melodia dei loro primi gorgheggi mischiati alle nostre parole, pronunciate secondo una logica più profonda di quella che sta alla base del nostro linguaggio. Camminano come se danzassero, come se fossero fatti di qualche sostanza morbida che gli permette di cadere in continuazione e non accorgersene nemmeno.
Un giorno Simone non avrà più voglia di addormentarsi nel lettone toccandomi l'orecchio e smetterà di venire ad accoccolarsi vicino a me la mattina dicendomi "mamma, posso venire qui con voi?".
Un giorno Giorgio non sarà più quel pupazzo sorridente e dolce che oggi gira per casa con la sua tigre sempre in mano, ridendo per le cose più piccole che incontra, entusiasmandosi per ogni piccola novità come la sorellina che si sveglia dal riposino.
Un giorno Viola non avrà più solo quel canino che sbuca sinistro e non si sentirà tranquilla mentre dorme solo se potrà toccarmi allungando una mano.
Un giorno loro cresceranno e la magia di questi momenti cesserà. 

Eppure so che anche se non ci saranno più questi giorni, ce ne saranno altri. Mille volte, forse ogni giorno, da quando c'è Momi mi sono detta che non sarei mai stata più felice di così, e il giorno dopo già potevo ricredermi. Ogni giorno ho desiderato di poter fermare il tempo, e il giorno dopo mi sono detta che avrei sbagliato: mi sarei persa un pezzo. La prima parola, il primo dente, il primo passo. 
I nostri bambini crescono. Mentre noi diventiamo vecchi.
Mi capita spesso di pensare ai miei genitori, a quando erano loro giovani e forti come noi, a quanta visione della vita mi mancava. A quanta me ne manca ancora, in realtà. Quante erano le difficoltà che nemmeno avrei immaginato esistessero, perchè c'era davanti a me una forza incontrastata, che erano la mamma e il papà. E penso al percorso che faranno i miei figli. 
Bambini, adolescenti, adulti. Spero che avranno sempre la stessa luce sorpresa e felice negli occhi. Perchè in fondo penso che il segreto sia quello, continuare a sorpendersi di quanto sia bello quello che abbiamo, continuare a pensare ogni giorno che felice come sei non sai se potrai esserlo di nuovo, e scoprire che ti sbagliavi.

Ogni tanto, quando ci guardo da fuori mi invidio. Non abbiamo niente, ma siamo ricchi. La nostra casa è piccola e incasinata, eppure sembra così calda. Le nostre voci non le senti, eppure le risate sembrano proprio forti. 

Ogni tanto quando ci guardo da fuori vorrei rivivere questa vita pari pari.
I G. astronauti - by Momi

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