lunedì 17 ottobre 2016

Come si diventa mamme

No, non è un post sullo stile della favola della cicogna o dell'ape che deve andare ad impollinare i fiori. E' proprio un post sull'atto pratico del diventare mamme.

Tempo fa ho letto su Mamme a Spillo, un post sul "cesareo dolce" fatto con il metodo Stark.  Io l'ho trovato interessante e comunque confortante per tutte quelle mamme che devono affrontare un cesareo. Al di là del post però, la cosa che mi aveva colpito di più erano i commenti delle persone lasciati su Facebook.
Esattamente come per l'allattamento e per il sonno, anche per il tipo di parto ci sono mamme di serie A e mamme di serie B: se allatti sei una mamma vera, se non allatti sei un orco a cui
hanno dato in braccio un bambino che non ama. Se ci dormi insieme sei una mamma senza polso che vizierà i proprio figli, se li lasci nel lettino sei la Montessori - qui ammetto che il confine è un po' meno netto per fortuna -. Se partorisci naturalmente sei una mamma DOC, se ti fanno un cesareo non pensi alla salute di tuo figlio e forse non sei nemmeno madre. Insomma, nel mondo "mamma" il grigio non esiste. O è bianco, o è nero.

Io ho fatto tre cesarei. 
Il primo è stato fatto d'urgenza, perchè a 41+3 Momi non aveva ancora intenzione di uscire, nemmeno sollecitato dall'induzione, e allora che facciamo? Lo lasciamo lì e gli passiamo una fetta di torta di compleanno tra 12 mesi? Dopo 6 ore di travaglio hanno deciso per un cesareo d' urgenza, perchè non c'era dilatazione nonostante l'ossitocina, e il battito del bambino era sempre più debole. Allora via, chiamiamo il reperibile perchè è domenica e apriamo. Nel giro di 20 minuti ho salutato il mio Momi, che all'inizio ci ha fatto un sacco spaventare perchè sembrava che avesse una malformazione al cranio, ma in realtà era stato solo troppo a lungo schiacciato contro il mio bacino con poco liquido, e la sua testina si era deformata parecchio. Non me l'hanno fatto tenere subito in braccio, perchè è stato messo nell'incubatrice e monitorato per tutta la giornata, ma la sera le infermiere del nido me l'hanno portato e io, nonostante il metodo di taglio non proprio dolce vista l'urgenza, mi sono subito messa a sedere e me lo sono tenuta in braccio per ore per cullarlo, baciarlo, accarezzarlo. 
Il giorno dopo mi hanno fatta alzare. E' stato faticoso, non posso certo dire che sia stata una passeggiata, ma ce l'ho fatta. E anche a casa ho sempre fatto tutto: per mesi non ho avuto sensibilità a quella porzione di pancia e avevo un po' di dolore ad alzarmi se ero semisdraiata, ma è andata bene! Non ho mai sentito di avere difficoltà tali da non potercela fare o da avere bisogno di aiuto.

Quando sono rimasta incinta di Giorgio, dopo due anni e un mese dal taglio, ho subito parlato con il ginecologo sul tipo di parto che avrei dovuto affrontare. Inizialmente ero convinta che si potesse valutare la possibilità di un parto naturale solo dopo diversi anni, invece il mio ginecologo mi disse che avrei potuto già scegliere: lasciava a me la decisione, spiegandomi i pro e i contro di entrambe le soluzioni, e specificando però che se a ridosso del parto lui avesse ritenuto meglio un cesareo, me l'avrebbe comunicato e spiegato. 
Pochi giorni prima, all'ultimo controllo, mi consigliò di fare il cesareo, perchè Giorgio era già grandino, anche se non eccessivo, era circa 3,5kg e se avessimo aspettato il termine sarebbe aumentato ancora di più - so che ci sono scriccioli che partoriscono vitelli, eh - e sarebbe stato più problematico perchè il mio utero era già provato dal taglio precedente; inoltre se non fosse partito il travaglio ci saremmo trovati un'altra volta a fare un taglio d'urgenza. 
Per carità, non mi ha dato motivazioni di vita o di morte, mi ha dato delle spiegazioni di comodo per la gestione sia mia che sua sicuramente, ma era il professionista a cui mi ero affidata per entrambe le gravidanze, mi aveva sempre seguito in modo coscienzioso e scrupoloso, non avrei avuto motivo di non fidarmi e non accettare il suo consiglio. E anche la seconda volta è andata bene. Anzi, il post operazione è stato molto più veloce e non ho mai avuto il problema dell'insensibilità alla pancia. Nel giro di una settimana mi muovevo come se non avessi mai fatto un'operazione.

So che ci sono mamme che vengono lapidate per non aver lottato con le unghie e con i denti per fare un VBAC - acronimo che sta per Vaginal Birth After Cesarean - ma io mi chiedo se almeno per il come mettiamo al mondo i figli non è possibile che si eviti di salire in cattedra a giudicare. Anche perchè per tante mamme il cesareo è un trauma, e qui pecco io di saccenza, ma forse è un trauma anche perchè c'è questo stare addosso ed esaltare il parto naturale come l'unico vero parto. 
E comunque, essendo per alcune un trauma, non mi sembra umano andare a rincarare la dose sostenendo un'assurdità come "sei meno mamma" o boiate tipo "non avresti avuto il trauma se tu ti fossi informata e avessi insistito". E così, invece di aiutare la gente ad uscire da un buco, come può essere quello della depressione post partum, ti danno una vanga dicendoti "scava, perchè effetivamente ne hai ben donde!".

Non voglio dire nè negare che avrei voluto provare a partorire, mi sarebbe piaciuto sicuramente, ma oggi io non mi sento una mamma diversa dalle altre, nonostante ci siano state persone che mi hanno chiesto "ma come fai? Non lo senti meno tuo?". Ma certo! Ecco perchè ogni volta che torno a casa non capisco chi siano quei tre bambini! Me li sono tenuti 9 mesi nella pancia, li ho cullati, nutriti, consolati e cresciuti fino ad oggi, ma effettivamente 1/2 ora di spinte espulsive fanno la differenza per la  creazione di un legame. Ma per favore.

Ovviamente anche la Lola è nata con cesareo, anche perchè quando lei è andata ad abitarci, il mio utero era appena stato lasciato da Giorgio e non aveva avuto molto tempo per riassestarsi. E così abbiamo programmato da subito anche il terzo, ovviamente senza darmi nessuna possibilità di decidere.

Non posso confrontare la mia con l'esperienza e l'emozione di un parto naturale non avendola provata. Ma posso dire come sono stati i miei parti: il personale medico che era lì con me mi ha coccolata, accudita, incitata, tranquillizzata, tifata anche - con il terzo non sapevamo se era la Lola o se fosse stato Gabriele e si faceva il tifo per la femminuccia in sala operatoria -. Mi hanno raccontato i passi dell'operazione e cosa iniziavano a vedere dei bambini e appena nati me li hanno appoggiati al petto, me li hanno fatti baciare, annusare, hanno permesso a loro di annusarmi e poi li hanno portati a lavare e li hanno affidati al Papi, che non mi teneva la mano, perchè in sala operatoria non poteva esserci, ma era lì, sulla soglia della porta aperta che guardava e aspettava con me i nostri bambini! E appena finita l'operazione li ho tenuti con me, a parte Momi come ho detto, e li ho cullati e allattati dopo tutti quei mesi che li ho aspettati!

E così, basta farci sentire mamme-meno perchè noi abbiamo fatto dei cesarei e perchè "non ti sei informata? Potevi fare un VBAC!". Sì mi sono informata, mi sono letta di tutto prima di decidere cosa fare. E alla fine ho deciso di ascoltare il parere del medico di cui mi fidavo e di cui continuerò a fidarmi, perchè lo trovo bravissimo. Nessuno dà dell'incosciente a chi decide di provare il VBAC a rischio di rompere l'utero e di lasciarci la pelle, ma sono tutti pronti a dare addosso a chi sceglie altre strade. 

La mia esperienza è stata questa, non ho dovuto metabolizzare il mio taglio cesareo, non mi sono sentita violentata o defraudata delle mie capacità di donna. Per alcune donne non è così, me ne rendo conto, perchè il parto è un momento delicato, uno dei tre momenti di passaggio che incrociamo nell'arco dell'esistenza e spesso lo sogniamo, lo programmiamo, abbiamo idee ed aspettative che se vengono deluse è un vero problema. Ma smettiamo di mettere sulla graticola il parto cesareo, perchè ci sono anche tante donne che questo trauma lo vivono con il parto naturale. Forse perchè non è il parto in sè il problema, ma gli animali con cui a volte si devono relazionare nell'affrontare un momento così delicato e carico di emozioni. E sarebbe il caso di non additare chi compie scelte diverse dalle nostre come un persona di serie B.

Quando stava per nascere Momi avevo in mente di non fare nemmeno l'epidurale, convinta che alla fine si partorisce da sempre senza troppe storie, ed ero anche certa che non avrei mai avuto bisogno di un cesareo, non vedi che conformazione di bacino che ho? questo per dire che non è che io ero partita già con l'idea che sarebbe potuto anche succedere. Il mio parto me l'ero immaginato completamente diverso. Non è andata così, ma sapete che c'è? che tanto è finito allo stesso modo: mi hanno messo il mio tanto atteso bambino tra le braccia!

Se non avessi fatto un cesareo d'urgenza, forse a quest'ora nè io nè Momi saremmo qui. Questa è sempre stata l'unica cosa che mi è interessata.

Come ho detto poi, il post operatorio in tutti e tre i casi è andato molto bene, già in ospedale ero molto più attiva e spedita io di quanto non fossero delle mamme che hanno fatto il parto naturale; l'allattamento è sempre partito in quarta - con la Lola in realtà è proseguito da Giorgio, non è esattamente partito - e non ho mai avuto problemi di nessun genere. Non tutti sono coì fortunati, ma credo nemmeno con un parto naturale.

Quindi, so che è incredibile, ma io sento i miei figli proprio miei, come se li avessi proprio partoriti, anche se invece me li hanno tirati fuori dalla pancia come ha fatto il Cacciatore, che ha tirato fuori dalla pancia del Lupo Capuccetto Rosso e la Nonna - e quando gliela spiego così i bambini vanno in visibilio e adorano questa storia e la loro cicatrice!


..finito di scrivere il post, poco prima di pubblicarlo ho trovato su Facebook, un interessante articolo che parla della stessa cosa, cioè di come incredibilmente, siamo mamme anche noi cesareizzate!

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