venerdì 21 ottobre 2016

E' già passato un anno..

Dodici mesi fa ero in ospedale. Domani saresti nata tu, e ancora non sapevo se eri Viola o Gabriele, ma speravo tanto che fossi una bimba, un po' perchè non ho mai apprezzato il nome Gabriele, un po' perchè ti desideravo tanto, dopo quei due matti dei tuoi fratelli.

Sei nata domani, non oggi, dodici mesi fa, perchè eri il mio terzo cesareo e per protocollo il mio ginecologo mi ha fatta ricoverare il giorno prima. Così ho salutato piangendo il nostro Giorgio che faceva il suo sonnellino pomeridiano, ho salutato i nonni P. che erano qui a fargli compagnia al risveglio mentre Momi era a scuola, e con Papi siamo andati all'ospedale, con la mia valigetta
come se partissi per un viaggio.
E alla fine sì, sono partita per un bel viaggio: ogni volta che finalmente vi ho incontrati è iniziato un nuovo pezzo di cammino, più strano, a volte più arduo, ma sempre meraviglioso.

Ero in ospedale a quest'ora, con i tubicini per la flebo già pronti nella mano, che era così gonfia alla fine della tua gravidanza che avevo le dita sempre informicolate e insensibili. Che sensazione orribile e fastidiosa, non vedevo l'ora che nascessi anche per ritrovare il tatto! Ogni tanto veniva un'ostetrica a chiamarmi per andare a controllare il tuo battito e i tuoi movimenti, e se aveva appena iniziato il turno mi chiedeva chi ci fosse da controllare. Alla fine della giornata tutti sapevano che nella mia pancia c'era una sorpresa e tutti speravano che quella sorpresa si chiamasse Viola!

Avresti dovuto nascere il 6 novembre, come tuo fratello Simone, ma dovendo fare un cesareo il mio ginecologo aveva anticipato al 27 ottobre. Poi ho fatto l'ultimo controllo il 20 e mi ha detto che le contrazioni erano già presenti e mi avrebbe ricoverata l'indomani perchè non voleva rischiare. 
Ero terrorizzata. Spaventata non è abbastanza: quando è nato Momi ero fiduciosa, nella mia testa risuonava costantemente la frase "sono nata per partorire" - che alla fine si è rivelata falsa oltretutto! -. Ma non avevo paura dell'intervento in sè, o del dolore. I miei cesarei sono sempre stati perfetti e con un recupero quasi miracoloso. Avevo paura che se fosse andato storto qualcosa non solo non ti avrei conosciuta, ma avrei lasciato il Papi, Momi e Giorgio. E questo pensiero mi terrorizzava. L'idea di non invecchiare con il mio Papi, di non vedere crescere i miei bambini e non potergli stare accanto. Avrei avuto questo terrore anche con un parto naturale, credo, ma un intervento portava la mia ansia alle stelle.

E poi..poi non vedevo l'ora di conoscerti. Tu, che nella mia pancia eri tanto tranquillina e piccina rispetto al suo ultimo abitante! Che a differenza dei tuoi fratelli non ti sei fatta vedere già con il bi test, ma ti eri messa di schiena e così ho deciso che andava bene, se volevi nasconderti avrei aspettato e provato il brivido di sapere chi fossi solo quando avrei potuto toccarti! E che fatica convincere Papi a non sapere!

Quando sei venuta ad abitare nella mia pancia è stata una bella sorpresa spiazzante. L'ho scoperto il giorno prima di rientrare al lavoro dopo la gravidanza di Giorgio, e un po' ci scherzavo su - "sì, non state lì a prepararmi il pc, sono venuta solo a farvi un saluto!" - un po' avevo paura a dirlo. Insomma, nonostante sia stata una delle "cose" più desiderate della mia vita, non ti ho presa immediatamente bene. E' stata una gravidanza all'insegna dell'ansia: ansia perchè avevo partorito da poco, perchè dovevo dirlo in ufficio e alla gente - come se fossero affari loro oltretutto - perchè avevo paura, come per ogni gravidanza, che qualcosa andasse storto; ero stanca e preoccupata. 
Ma tu lo sapevi. Sapevi che ti desideravo e sapevi che ti chiamavi Viola, per questo hai aspettato che trovassimo il nome giusto prima di arrivare. Sapevi che avevo ancora bisogno di fare la mamma full time e mi serviva tempo per pensare a come e dove tornare. 
Quando ho scoperto che Papi aveva ragione - erano giorni che diceva che ero incinta e io gli rispondevo che ero solo nervosa all'idea di tornare al lavoro - ero sconvolta in realtà, e Papi, che invece a differenza mia si sarebbe fermato tranquillamente a due, era felice e ti ha accolto come solo il nostro Papi può fare, ricordandomi che la nostra casa è piena d'amore, e ne avremmo avuto tantissimo da dare anche a questo nuovo miracolo che aveva deciso di arrivare.

Domani mattina, 12 mesi fa, il Papi non si è svegliato per venire in ospedale - e io ingenua che mi dispiacevo perchè lo immaginavo così agitato da non riuscire nemmeno a chiudere occhio -. L'ho chiamato e richiamato e poi ho chiamato la zia Lucy, che per fortuna dormiva da noi e l'ha svegliato. Ed è arrivato quando io stavo già entrando in sala operatoria, con l'ospedale che lo prendeva in giro perchè era in ritardo - ma per fortuna che Papi non è permaloso, nonono -. Accanto a me c'erano due splendide anestesiste che mi hanno coccolata e mi hanno raccontato dei loro figli e chiesto dei miei, perchè hanno visto che il mio livello di agitazione era alto, e poi c'era quella meraviglia del mio ginecologo, che nella mia vita mi ha coccolato per la bellezza di 27 mesi, e le ostetriche, le stesse che erano con me quando è nato Giorgio. Forse loro già sapevano che eri tu quella che aspettavamo, ma quando il dottore ti ha fatto nascere e ci ha detto che eri Viola, beh, ho i brividi ancora oggi. Eri tu! e non riuscivo a crederci!! Io ero certa che fossi Gabriele - forse con un colpo di coda scorretto ti avrei chiamata Luca, trasgredendo ai patti con Papi, che aveva accettato di non sapere chi fossi solo in cambio di utilizzare quel nome, che ha provato ad affibbiare anche ai tuoi fratelli senza successo! - e invece eri tu Lolina! Con lo stesso muso che hai ancora oggi quando dormi, con le stesse pernacchiette che fai ancora quando bevi l'acqua. Ti ho amata infinitamente. Ti avrei amata anche se fossi stato Gabriele, non c'è ombra di dubbio, e ti avrei amata con la stessa intensità. Ma eri tu. Il mio fiore, il mio colore, il mio dolce strumento musicale.

Buon compleanno vampirella del mio cuore! Senza di te la nostra vita avrebbe un altro profumo. Senza di te la nostra famiglia avrebbe una nota in meno.

Nessun commento:

Posta un commento