venerdì 18 novembre 2016

Montessori chi??

Sono consapevole che visto il trend degli ultimi anni, il titolo di questo post potrebbe catalizzare l'ira funesta di molti, ma giuro, è solo un titolo stupido perchè non so mai che titoli dare ai miei post! 

 
Ultimamente mi è capitato di leggere un po' di articoli pubblicati sul portale Nostro Figlio, che davano spunti interessanti per dare delle regole ai bambini, o perlomeno per non farsi completamente soggiogare da loro.
Partendo dal presupposto che mai si dovrebbero usare gli sculaccioni per far imprimere una regola - anche se a volte mi chiedo perchè..alla fine non mi sembra di essere cresciuta storta, per carità, con una serie di handicap emotivi..mmm sarà forse per questo? - la selva di istruzioni si moltiplicano per il dritto e per il rovescio - non malrovescio, quello abbiamo deciso di tenerlo in canna, per ora -.

Ho letto consigli di tutti i tipi. In particolare mi ha colpita molto il fatto che alcuni sottolineano che oggi la figura del genitore è troppo confusa con quella dell'amico e questa cosa genera una perdita di autorevolezza. Cioè, io sono troppo coinvolta emotivamente nella gestione di mio figlio, perchè voglio accudirlo più che educarlo, e non ho separato il mio ruolo da quello di un suo pari, pertanto lui non ascolta, io mi sento frustrata e urlo la mia rabbia. 
Fa quasi rabbrividire il modo in cui l'ultima parte parli esattamente di me e dei miei figli. Addirittura nei post che ho letto, si diceva che il genitore si sente frustrato perchè fa qualsiasi cosa per il figlio e questo nonostante tutto non lo ascolta ed infrange delle semplicissime regole: "Ciao, mi chiamo Beatrice e sono 5 anni che faccio la schiava e non mi sento capita dai miei padroni." 

Comunque i suggerimenti sono quasi tutti buoni e interessanti e sono fondamentalmente
  • fate i genitori e non gli amici;
  • date regole intelligenti e intelleggibili;
  • fate squadra con il partner;
  • non date troppe spiegazioni;
  • utilizzate il silenzio.
Ecco. Sulle ultime due mi sento di dire che no, non sono proprio mie. Il "no, perchè no!" o il silenzio come punizione mi hanno sempre ferita e tenuta in scacco. Anzi, lo fanno ancora oggi. Non ho intenzione di applicarli con i miei figli. Certo, per il silenzio il suggerimento è di dire con molta calma che sei rimasto talmente stupito da quello che ha fatto che devi rifletterci senza più parlargli, e questa cosa dovrebbe smorzare l'effetto emotivo. Io rimango basita perchè sempe io, da figlio, impazzirei. Poi oh, non siamo tutti uguali e magari proprio con i miei sarebbe un successo. Ma io mi vedo già il Momi in delirio cosmico perchè non gli parlo per 1 minuto perchè sono stupita e devo riflettere su quello che ha combinato. Mah.

Sull'altro fronte, abbiamo la Montessori. Premetto che io della signora so poco o nulla. So che è l'ultimo grido dell'educazione, e visto quanti anni fa è stata in attività mi sa che tutto sommato, visto che ha valicato anche il secolo, ne sapeva parecchio. So che se ne parla ovunque, ricordandoci che le scuole migliori, quelle da cui escono i CEO di Google o i progettisti del Pathfinder che gira su Marte vengono da asili montessoriani - scherzo, sicuramente si parla di scuole, ma ad oggi le mie microscopiche conoscenze del metodo educativo sono limitate alla scuola dell'infanzia -. 

La mia ignorantissima nozione montessoriana si può riassumere in questi pochi punti:
  • al bambino piace lavorare: facciamolo collaborare alle faccende domestiche per renderlo autonomo e indipendente;
  • percorrendo sempre la strada dell'indipendenza, sarà più semplice il cammino se ristrutturiamo o riarrediamo casa a misura del nano: mini wc, mini tavoli, mini sedie, mobili e armadi a portata di bambino - sto facendo ironia di bassa lega, ma a me piacciono molto queste idee e tutto sommato non è vero che si deve rivoluazionare casa per farlo, bastano piccoli trucchi come per esempio uno specchio in bagno alla loro altezza, una mensolina bassa con le loro cose etc;
  • si impara con il fare e con il responsabilizzare: i travasi facciamoli con le brocche di vetro, perchè il bambino magari la prima volta farà cadere tutto, ma poi si ricorderà e imparerà - come sopra: scherzo, forse perchè nel cervello mi è rimasto aperto il mio occhio da non-mamma che avrebbe pensato "ma questa è completamente scema! Dà le cose di vetro ai bambini per giocare ai travasi! In casa!" eh sì, quando diventi mamma fai cose che mai avresti pensato e impari che la parola "mai" dovrebbe avere a che fare solo con i divieti, e non con il futuro -.
E quindi che farebbe la Montessori con un Gioggio che se ne frega che stai parlando, con un Momi che è in piena crisi da mamma-è-tornata-al-lavoro e piange ogni due minuti, e una Lola furiosa? 
  • Li ascolterebbe. Ma con il cuore. Cercherebbe di sentire cosa ci stanno dicendo. In questi giorni i miei figli mi stanno dicendo per esempio che sono stanchi e che gli manco quanto loro a me.
  • Si muoverebbe verso di loro: non possiamo aspettarci tutto, sono bambini! E spesso nemmeno loro sanno cosa vogliono, perchè riconoscere e verbalizzare le emozioni è una cosa laboriosa e complessa, che impareranno a fare, ma più avanti. Non sono così tanti nemmeno gli adulti in grado di farlo. E quindi, inginocchiamoci vicino a loro e guardiamo davvero. Prendiamoci due minuti di questa vita frenetica per dare importanza all'unica cosa che ne ha! 
  • Cercherebbe un'altra via invece di chiedere solo a loro di fare (o non fare) qualcosa - "stai fermo!" "fai silenzio!" "muoviti!" potrebbero essere "perchè non vai a correre/suonare la tromba in cameretta?" "perchè non facciamo un gioco e vediamo chi finisce prima?" - insomma, aiutiamoli ad uscire dal buco.
  • Aggiungo, si chiederebbe se davvero vale la pena combattere quella particolare battaglia - perchè non possiamo combatterle tutte, dobbiamo selezionare, se no rischieremmo di fare troppe vittime! -.
Io penso che davvero sia difficile per loro. Penso che spesso abbiano dentro così tanto che capita che lo tirino fuori tutto insieme in modo caotico e spesso conflittuale. E quello che possiamo fare secondo me è cercare di dargli una mano rassicurandoli che è normale, quel casino che sentono dentro lo sentiranno per tutta la vita, se saranno (s)fortunati, solo che impareranno a dargli un nome se li aiuteremo, e impareranno ad arricchirsi di quel casino. E ad arricchire gli altri. Ma dipende tanto da noi e da quanto sapremo rassicurarli, secondo me.

Quindi alla fine, nonostante le ricerche e nonostante i tentativi di mettere in pratica ora il bastone ora la carota, penso che l'unico metodo valido per me, sia il mio. E lo credo un po' per tutti, l'unico metodo buono è quello proprio. Perchè se mi forzo di essere ciò che non sono, sarò tesa a realizzare quel cambiamento, non a crescere dei figli sereni. Ma come sempre, questo è solo il mio punto di vista.

- per quanto riguarda la Montessori e gli spunti educativi a lei ispirati, io ho trovato molto carino questo post, che secondo me vale la pena leggere. Io pensavo addirittura di stamparmelo e tenerlo a portata di mano..-  

Mi perdonino tutti i montessoriani che per errore si dovessero imbattere in questo post. Ho scherzato, ma sto studiando, giuro!

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