lunedì 28 novembre 2016

Le notti della mamma

C'è un mantra che mi ricordo di quando ero incinta di Momi e che tutte le mamme che incontravo mi ripetevano: "Dormi adesso!".
All'inizio ci ridevo, poi quando è iniziato a diventare davvero il leitmotiv della mia prima gravidanza, ripetuto con grande accoramento e pathos, ho iniziato ad avere quasi paura: ma è davvero così drammatica la situazione?
A pensarci oggi mi viene in mente una scena di un film di Fantozzi, in cui al ristorante giapponese un avventore gli intimava "mangi! per carità mangi tutto!" per non incappare nella furia dei Samurai lì appostati. Ecco, mi viene in mente un po' per il modo in cui le mamme lo dicevano e un po' perchè anche io come Fantozzi non capivo fino in fondo il senso di quelle parole, nè immaginavo la furia cieca che si sarebbe abbattuta sul mio rapporto con Morfeo. 

Io ho sempre amato dormire. Mi è sempre stato addosso lo svegliarmi presto, il sentire la sveglia, l'uscire dal letto. Forse nella mia vita precedente ero un gatto: ho letto che un gatto di 9 anni ha dormito in media per 6 anni - se non lo sono stata in precedenza vorrei esprimere un desiderio e scegliere di ritornare come felino domestico -. La mattina soprattutto me ne starei a letto fino ad orari improbabili. Mi sono fatta certe dormite nella mia vita precedente - quella reale intendo, non quella desiderata o quella immaginata - che a pensarci mi invidio da sola! C'è stato un periodo che io e Papi stavamo a letto domeniche intere a dormire e guardare film. Che meraviglia!

Poi basta.
Poi è arrivato Momi. E non so come sia riuscita ad arrivare alla fine del primo periodo da mamma. Avrei dato un braccio, anzi il braccio destro, per riuscire a dormire 4 ore di seguito! Io e Papi eravamo così stanchi che ogni tanto ci dicevamo "facciamo quadrato?" e ci sdraiavamo ognuno ad angolo retto, a formare appunto un quadrato con in nostri corpi, con Momi al centro del ring, e così  dormivamo un po', o almeno ci provavamo. Mi ricordo notti lunghissime con Papi che passeggiava per casa con questo micro Momi urlante in braccio, e quando finalmente si placava ogni tanto capitava che lo trovassi svenuto sulla sedia della scrivania con il micro mostro addormentato sulla pancia.
Ogni notte Momi si svegliava, io lo cambiavo, lo allattavo, gli facevo fare il ruttino - o per lo meno ci provavo perchè non sono mai stata capace - e poi cercavo di rimetterlo nel suo lettino, senza successo. E allora si ricominciava: tiralo su, cullalo, mettilo giù. Ritiralo su, cullalo, mettilo giù. Senza contare che il mio sonno, non è mai più stato quello di prima. Cadeva una foglia nel parco sotto casa? occhi pallati.

Mai avrei immaginato una tale privazione di sonno. Credevo che solo a Guantanamo venissero impiegate tali torture. 
Il cosleeping è ovviamente stata una scelta quasi ovvia, ad un certo punto. O mi schiantavo in macchina perchè mi addormentavo, o lui veniva nel lettone e dormiva perchè tanto era lì con noi.

Con Giorgio le cose sono andate meglio. Tanto per iniziare avevo abbandonato l'insana pratica del cambiarlo di notte ogni volta che si svegliava: rimaneva più addormentato lui, e alla fine anche io - e in fondo per allattare non è che ti serva tutta questa presenza intellettuale - e il sonno ne risentiva meno.
Poi ero già un po' abituata: è brutto dirlo, ma è l'amara verità.

Con la Lola siamo risprofondati negli abissi dell'insonnia. Lei - mannaggia all'universo - si sveglia ogni 20/40 minuti indemoniata. Arrabbiata con tutta la progenie umana, con me, con suo padre, con i fratelli. E ciuccia e si arrabbia e riciuccia e si infuria. 
Io ormai mi ero abituata, il mio fabbisogno giornaliero si era settato su 5 ore di sonno. Ma 5 ore con pause ogni 20 minuti diventano impegnative anche per chi ha dimenticato una notte intera ormai da anni. 
Devo dire che ho sempre avuto la fortuna di rigenerarmi in 15 minuti: quando studiavo e sentivo che gli occhi si stavano per chiudere facevo una  pausa, mettevo la sveglia dopo un quarto d'ora e mi lasciavo svenire. Quando mi svegliavo ero pronta a ricominciare. Se invece i 15 minuti li superavo, beh allora era la fine, non mi sarebbero bastate 8 ore. Certo è che la notte, ai tempi, in ogni caso dormivo - e avevo sempre sonno! ma com'è possibile?! -.

Per tornare al sonno delle mamme comunque, non so se il termine "sonno" sia giusto. E' più uno stato di veglia rallentato, di vigile incoscienza, non so come dire: da quando gli orchetti sono nella mia vita a me sembra di essere sempre sveglia. Per carità, ci sono stati notti in cui io sono defunta sul letto e non mi sono nemmeno resa conto di mostriciattoli pisciati che mi strisciavano accanto, ma sono eventi. La norma è che se uno sogna e sussurra mamma io esco dal letto già vestita e con le chiavi in mano per andare dove è necessario a seconda dell'emergenza del momento.  

(Sia chiaro, questo è il sonno delle mamme. Il sonno dei papà non cambia di una virgola tra il prima e il dopo, se non quando li prendi a calci per svegliarli ad aiutarti. Ho visto Papi addormentati con la sirena dei pompieri nelle orecchie e non accorgersi di niente.)

Per concludere, una cosa per tutte le mamme che hanno il loro primo bambino nella pancia: dormite! Anche se è già difficile con il pancione, trovate un modo: dormite di giorno, dormite di notte, al cinema, in macchina, in metropolitana, ovunque! Dormite, per carità dormite!! Saranno le ultime volte. Perchè come l'amore che proverete sarà più grande di qualsiasi vostra aspettativa, le notti insonni saranno peggio di quanto possiate immaginare.
E comunque, insonni non è la parola giusta: a me "insonne" mi fa pensare ad uno che di sonno non ne ha. Qui, sonno ce l'abbiamo tutti. Ma non abbiamo più la possibilità di esercitarlo.



(ah, la prima immagine, sappiatelo: è solo pubblicità ingannevole! E comunque, visti i miei figli, a me è chiaro che il cosleep può essere una risposta, ma non lo è sempre, mannaggia! )

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