giovedì 15 dicembre 2016

La vendita dei dolcetti

Domani al nido si vendono torte e biscotti per raccogliere fondi, e ovviamente mi sono candidata per la produzione.

Certo, del resto che cos'avrò mai da fare? Esco di casa alle 7:30 con tre figli, la metà dei quali non cammina, sto 8 ore al lavoro e poi torno per cucinare, rassettare, stendere lavatrici, giocare, leggere fiabe, fare calendari dell'avvento, scrivere, organizzare, dedicarmi a Papi - eh sì, povero Papi, sempre in coda ad aspettare il suo turno, ed immancabilmente, quando finalmente arriva, dopo un minuto qualcuno piange, e qualcun altro corre (Papi: dalle 00:00 alle 6:00 è in turno lui) -. 

Eppure, se non fosse che da quel ruolo dipenderebbero anche altre persone, avrei fatto anche la rappresentante di classe.

E' una tara mia mentale. In tutti i miei anni scolastici la presenza dei miei genitori mi è mancata tanto: a mia mamma non piaceva andare a parlare con le maestre prima e i professori poi - e per fortuna nè io nè mio fratello abbiamo mai avuto un andamento scolastico che lo imponesse - non le interessavano le riunioni, gli incontri, le attività. Lei andava a ritirare la pagella. E quando finalmente mio fratello è diventato maggiorenne mandava lui! Chissà, magari la scuola per lei è stato un incubo, un trauma, qualcosa da cui tenersi lontana per non riportare alla mente brutti ricordi. Che ne so io.
Fatto sta, che io so che avrei voluto mia mamma più presente nella mia vita scolastica. E non importa se lei mi diceva che non serviva che andasse a colloquio perchè ero brava: per me era disinteresse. Anzi, nemmeno: non ho mai dato un significato al suo comportamento, so solo che avrei tanto voluto che mia mamma andasse alle riunioni e chiedesse di parlare con i professori.

Così eccomi qua: tre figli, un lavoro full time, membro del comitato mensa del nido dei più piccoli, presenzialista per ogni riunione, festa, saluto fatto alla materna, in prima fila ad ogni colloquio. 
Ora che le maestre e le educatrici le vedo solo il venerdì quando vado a prenderli, io divento matta. Non credo di essere l'incubo delle maestre eh! - lo spero almeno -: però ero abituata a dare consegne all'entrata e avere un feed back all'uscita quotidianamente, a controllare avvisi, scadenze, mancanze, cambi, etc. Ora che mi rimane solo un giorno mi sembra di aver perso il controllo della situazione: meno male che questo periodo di presenza non l'ho fatto quando Momi era già alle elementari perchè sarei impazzita a non poter più verificare compiti, studi, diario, programma. 
Quando il venerdì vado a prenderli, ho il sunto della settimana da parte di tutte le maestre. E si sappia: adoro le nostre maestre, per il bene che i nostri bambini vogliono loro e per il bene che chiaramente loro stesse vogliono ai bambini. Sono attente e puntuali: è chiaro che quando mi vedono il venerdì loro per prime vogliono aggiornarmi, e non perchè siano mai stati riscontrati problemi, ma perchè i miei bimbi passano lì dentro più della metà della loro giornata da svegli e nessuno più delle maestre potrebbe mai dirmi come stanno.

Comunque, per tornare al discorso torte, per il nido ho deciso di fare la torta Quattro Quarti.
Con la mia ignoranza culinaria e la mia mente contorta avevo pensato che fosse una torta austriaca e sofisticata, un po' da tisaneria elegante. L'associazione mentale è ardita: quattro quarti ↦ musica ↦ chiave di violino ↦ spartiti ↦pianoforte ↦ Mozart ↦ Austria. E così immaginavo di presentarla con una spolverata di zucchero a velo e un fiocco viola pallido sulla base - si vabbè, il fiocco e lo zucchero sono copiati, ma che c'entra? L'idea è molto tisaneria di classe - .
Invece il trafiletto posto sotto il titolo della torta e che oggi finalmente mi sono degnata di leggere mi ha svelato la prosaica verità: quattro quarti perchè è formata da 4 ingredienti dello stesso peso. Che tristezza. Che mancanza di poesia.

Però ho imparato due cose - che tanto non mi serviranno a nulla, come i quasi quattro quarti delle cose che imparo:
  • I trafiletti, se la gente perde tempo a scriverli è perchè vanno letti. Come le prefazioni dei libri. Ma considerato che in anni di università, pur avendo imparato spesso molto più dalle prefazioni che da altro, non ho mai imparato a leggere ciò che viene prima del testo principale, dubito che lo imparerò ora.
  • La mia mente è in grado di vedere un mondo meraviglioso. Irreale, eh! Ma meraviglioso. E anche questo lo sapevo già, ma ogni volta ne rimango piacevolmente stupita!
 
Ah..Non ho fatto i dolci per la materna solo perchè il giorno prima eravamo a Torino e non avrei mai fatto in tempo la sera una volta a casa. E penso che mi sentirò in colpa per sempre.

Per finire cito un pensiero che non ho idea di chi sia, ma che condivido in pieno: sarà un grande giorno quello in cui la scuola prenderà dallo Stato tutti i soldi che vuole e l’esercito e l’aviazione dovranno organizzare una vendita di torte per comprare bombardieri.

Io però per l'esercito e soprattutto per comprare bombardieri la Quattro Quarti non la faccio.

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