lunedì 30 gennaio 2017

Condividiamo gli spazi?

In queste sere stiamo guardando su Netflix la terza stagione di una serie tv americana - The Americans, una fighissima storia di spionaggio ambientata negli States nell'ultimo decennio della Guerra Fredda - e, a parte la trama interessante, una delle cose che mi colpisce di più di questa stagione è la casa dei protagonisti: non so se è diversa da prima o se hanno girato più scene in più ambienti diversi - o se lo spazio ultimamente per me sia diventato un problema - fatto sta che ogni puntata che guardo, la mia attenzione si sofferma sempre sugli spazi. 
Non è un castello, è la classica detached house americana: garage annesso, due piani, cucina comunicante con la sala da pranzo e il soggiorno, camere da letto in cui ci stanno anche divani e poltrone, e dotate di bagni privati. Insomma, la casa che abbiamo visto tutti un sacco di volte, a partire dai Robinson fino ad arrivare a Breaking Bad.

Ultimamente ogni volta che inquadrano la camera da letto penso che in quello stesso spazio noi abbiamo anche la cucina, il divano e il tavolo da pranzo.

Non so se la spiegazione alla mia sensibilità agli spazi ampi stia nella densità di popolazione in casa G.: il sovraffollamento non risale certo alla visione dell'ultima serie TV. In realtà penso che sia un insieme di fattori.

Ogni tanto Papi mi manda foto e annunci di case in vendita che case-americane-mollatemi! E ogni tanto mi piace pensare - sognare, la parola esatta è sognare - di abitare in quelle case enormi: cosa farei, cosa aggiungerei, cosa potrei fare per i bambini, per me, per Papi. 

Ho sempre amato guardare le riviste d'arredamento - non dico IKEA perchè ogni donna ama l'IKEA, è quasi un'ovvietà! Così insito nel DNA che sono sicura che se oggi ci portassi per la prima volta la Lolina lei saprebbe che quello è il paradiso, la meta di ogni suo giorno libero, dopo essere passata a comprare scarpe e borse naturalmente -. Mi piace guardare nelle case, vedere come la gente organizza i propri spazi, come colora le proprie pareti, e quali toni preferisce per i mobili. E' una delle mie passioni. Amo le case e gli arredi. Se avessi capito qualcosa di fisica di più avanzato rispetto al moto rettilineo uniforme penso che avrei scelto architettura, ma il deficit cognitivo mi ha fatto desistere.

Ecco, la mia passione per le case grandi finisce qui.

E non si tratta della favola della volpe che dice che l'uva è acerba perchè non la può avere. Sono nata e cresciuta in una casa grande. Eppure, fin da quando ero piccola ho sempre sognato l'appartamento: ogni tanto chiedevo ai miei se potevamo cambiare casa. 
Sono belle le case grandi, ma cosa te ne fai? Anche ad essere in 5 come noi, cosa ce ne facciamo di una casa dove non sappiamo dov'è l'altro? Casa nostra è piccola per tutta la gente che ci vive, eppure non farei mai cambio con una casa come quella in cui abitavo con i miei. Anche se ne subisco il fascino, perchè sì, quelle case che hanno le camere da letto grandi come la nostra sala/cucina lasciano un grande spazio alla fantasia: in una camera così io ci metterei la cabina armadio, l'angolo per leggere, il tavolo con i trucchi e lo specchio, una specchiera di quelle da terra, uno stereo per i momenti di relax e anche una cassapanca ai piedi del letto: adoro le cassapanche!!

Da adolescente è stato bello avere tutto quello spazio per fare feste e serate: anche se i miei erano a casa io e i miei amici eravamo in taverna e potevamo divertirci senza disturbarli più di tanto: i miei genitori erano tranquilli perchè sapevano dov'ero e io mi divertivo senza problemi. 
Ai miei figli questo sarà precluso, se saremo ancora in questa casa - sono ottimista eh! se saremo in una qualsiasi casa che potremo permetterci di comprare gli sarà precluso perchè dubito che avremo mai lo spazio per dargli queste opportunità -.

Ma tolto questo utilizzo, a che serve una casa grande? Per accumulare cose in modo più comodo e a volte più ordinato. Per avere degli spazi che non usi se non per pulirli. Per dimenticarti di dove hai messo quel servizio di piatti che non volevi più in cucina. E per dimenticare che la convivenza costa una gran fatica, ma regala anche un sacco di calore. 

Avrei voluto una casa poco più grande di quella in cui vivo oggi quando ero ragazzina: forse l'unica cosa che avrei chiesto in più era una camera non in comune con mio fratello. Anche per i nostri bambini, che ora sono ancora piccoli e per un po' di anni ancora saranno felici di condividere la camera e a volte anche il letto con i fratellini, arriverà
Studiando il catalogo IKEA
sicuramente il momento in cui avrenno bisogno di uno spazio tutto loro e allora ci preoccuperemo di esaudire i sogni di tutti: uno sgabuzzino/lavanderia per me, una stanzetta di lavoro per Papi e una camera per ogni bambino - o almeno una ogni due!.  

Fino a quel momento ci godiamo la nostra casa minimal - che se la vendessi così forse sarebbe anche figa..- e adattiamo gli spazi con soluzioni che studieremo, per cacciare quei tre e le loro cose in cameretta e tutto il resto del casino da qualche altra parte! 

Ovvio. Soluzioni rigorosamente IKEA.

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