venerdì 27 gennaio 2017

Ma davvero ricordiamo?

C'è negli uomini un impulso alla distruzione, alla strage, all'assassinio, alla furia, e fino a quando tutta l'umanità, senza eccezioni, non avrà subíto una grande metamorfosi, la guerra imperverserà: tutto ciò che è stato ricostruito o coltivato sarà distrutto e rovinato di nuovo; e si dovrà ricominciare da capo.
Anna Frank, Diario.
Quando ero una ragazza appena maggiorenne, con il liceo sono stata in gita a Cracovia. Avevamo 18 anni. Eravamo stupidi come solo i ragazzi, spensierati, stavamo nel mondo con la certezza spavalda che eravamo adulti e con la fiducia ingenua che il mondo stava aspettando noi.
Ci hanno portato a visitare i campi di Auschwitz e chi ha resistito è arrivato fino a Birkenau.

Io non ce l'ho fatta. Mi è bastato vedere il primo e ho preferito non andare oltre. Al ritorno di quella giornata nessuno di noi aveva più voglia di essere stupido.
Poi funziona così, che il momento passa e in più o meno tempo si ritorna stupidi, si ritorna a giocare, a fare i grandi. 
Ma la memoria ha un ricordo in più.

La memoria non funziona per tutti allo stesso modo, perchè se fosse sufficiente vedere quelle stanze, guardare gli occhi immortalati in quelle foto, basterebbe una gita per avere un mondo migliore.

E invece continuiamo a costruire muri.
Continuiamo a mettere filo spinato.
Continuiamo a guardare esseri umani morire senza sentirci responsabili.

Quando ho letto per la prima volta il Diario di Anna Frank ciò che mi ha colpito subito è stato il cielo che descriveva. Era azzurro. Lo stesso che guardavo io. E anche i suoi sentimenti erano gli stessi che spesso provavo io.
Dovremmo ricordare: i suoi occhi vedevano lo stesso cielo che vedono i nostri.
I loro occhi sono illuminati dallo stesso sole, addormentati dalla stessa luna.

Avrebbe potuto essere mia mamma, avrei potuto essere io. Oggi potrebbe essere mia figlia. Finchè continueremo a pensare che a noi non può succedere, non sentiremo mai gli altri. Finchè continueremo a credere che sia scelta e non sorte, quella di dover vivere aggrappati ad una speranza
non vedremo mai che dietro quei fili spinati o su quelle barche ci siamo noi.

Oggi come allora si continua a morire in modo inumano e nonostante ciò si continua a celebrare il giorno della memoria, a piangere i morti e ad ignorare chi muore come allora, chiedendosi, morendo, se questo è un uomo.

Io me lo chiedo ogni giorno.
Tu, che guardi con indifferenza, che dici che se la sono venuti a cercare, che potevano stare a casa loro, che pensi che possono stare ad ammazzarsi al loro paese, che li chiami negri, terroristi, che gli impedisci di entrare nei nostri paesi per cercare una speranza di vita. Tu, sei sicuro che ricordi bene la lezione di storia, il suo significato? Sei sicuro di essere un uomo?

Non cambierà nulla finchè non spiegheremo ai nostri bambini che la diversità è una ricchezza e non  una cosa da temere.
Rimarrà sempre tutto così finchè non spiegheremo ai bambini che la cosa sbagliata oggi è che da una parte ci siano ancora delle persone costrette a scappare per vivere, ad elemosinare una possibilità per sopravvivere, a sperare di rivedere un giorno la loro famiglia; e dall'altra ci siano persone che si indignano perchè questi esseri umani reclamano un diritto ad una vita minimamente dignitosa.

Noi ci lamentiamo perchè dobbiamo uscire presto, perchè al lavoro abbiamo a che fare con degli stronzi, perchè facciamo fatica a tenere in bilico tutto, perchè la bolletta questo mese è salata, perchè per arrivare al lavoro ci vuole una vita, perchè la metro è strapiena. 
Con tutta la sfiga che il più sfortunato di noi ha addosso, noi siamo quelli fortunati. Parecchio fortunati.

Siamo noi la memoria, con quello che insegniamo ai nostri figli. Sono i nostri bambini la memoria. Non rimangano solo parole, solo immagini in bianco e nero. Non ci sono attenuanti, non ci sono scuse. Non limitiamoci a leggere un  Diario: Anna è ancora lì nascosta e merita di uscire a vivere la sua vita, come facciamo noi ogni giorno.

Apriamo gli occhi.

Vedo il mondo mutarsi lentamente in un deserto, odo sempre più forte l'avvicinarsi del rombo che ucciderà noi pure, partecipo al dolore di milioni di uomini, eppure, quando guardo il cielo, penso che tutto si volgerà nuovamente al bene, che anche questa spietata durezza cesserà, che ritorneranno l'ordine, la pace e la serenità.
Anna Frank, Diario.

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