lunedì 16 gennaio 2017

I fratelli

Durante le festività natalizie sono stata a casa: le scuole erano chiuse, la nostra Ilenia era in ferie e qualcuno con i bambostri doveva pur stare. Allora mi sono immolata.

Tralascio l'ansia del non essere più in grado di stare a casa serenamente e con la facilità di prima - è un problema che odio così tanto che merita un post a sè -, quello che ho trovato, dopo questi mesi poco presente, è una cosa che amo e temo, a seconda della prospettiva da cui la voglio guardare. 

Ho trovato in casa tre fratellini. E la cosa mi ha stupita perchè in pochissimo tempo sono passati dall'essere due ad essere tre.

Li ho osservati tanto in quei giorni. Ci sono dei momenti in cui si scannerebbero, e questi sono i momenti che temo; e altri in cui si amano, giocano insieme, si cercano. Mi piace veder crescere il loro rapporto, vedere i loro occhi complici che si illuminano: non hanno bisogno di parole quando si guardano, quando osservano uno di loro che parla, che fa lo stupido, che gioca. Soprattutto Giorgio e Lola: loro si amano da sempre. La Lola è arrivata che il nostro Giorgino aveva solo 14 mesi e non diceva una parola, se non mamma, papi e nonno. Il resto era espresso con un "oh", come una scimmietta. Giorgio era un teppistello strappa baci e temevo che avrebbe cercato di eliminare la sorellina nel giro di nulla, una volta a casa.
E invece... Quando sono arrivata a casa con questa nuova bimba minuscola che piangeva, l'ho messa sul letto per cambiarla prima di allattarla e sono arrivati i suoi fratellini. Momi per lei cantava la canzone degli elefanti che si dondolavano: la cantavo ai bambini per farli dormire, mentre ero incinta, e penso che per questo la Lola la conoscesse e si tranquillizzasse quando la sentiva; quel bozzo di Giorgio invece era seduto vicino alla sua testina e la accarezzava.

E' una cosa che mi ha colpita infinitamente: è la prima immagine dei miei tre figli insieme, la tenerezza di quell'amore che li legherà sempre.

Giorgio e Lola sono stati sempre insieme a casa, e da quando hanno iniziato il nido passano comunque anche lì del tempo insieme, perchè andando la mattina presto stanno nella stessa sala fino a quando non arriva anche il resto dei compagni. Quelle volte che questo non succede e ognuno va diretto nella propria sala, Giorgio scatena l'inferno.
E quando si torna a casa dopo che sono stati separati, è festa grande, per lui e per lei.
Sono fratelli, si amano e si odiano: si fanno male e però si accudiscono. Se sgrido Giorgio e lui piange arriva lei che vuole consolarlo. Se Papi pulisce il naso a lei, lui corre a chiamarmi: "Guadda cosa sta facendo Papi a Viola!!" con la voce disperata di chi cerca soccorso.

Mi piace vederli. E vedere nascere quel legame unico, quella confidenza che solo con i fratelli si può avere.

D'altra parte mi spaventa vedere la parte oscura di questo legame, non tanto tra i piccoli, perchè la loro è la normale gelosia di chi vorrebbe la mamma o il papà tutti per sè. Mi spaventa un pochino di più il Momi, che a volte sembra un po' carente di affetto fraterno. Cioè, per la Lola sembra averne, ma forse è più senso di protezione per una piccolina, perchè lo ha con tutti i bimbi più piccoli. Ma verso Giorgio, ci sono dei momenti che stilla rancore e odio.
Per carità, mi rendo conto che cosa sia Giorgio per lui: si è inserito tra lui e noi, gli ha strappato tutte le attenzioni e non è stato nemmeno un fratellino semplice perchè è così patata che ci ha conquistati. Ma a volte mi preoccupa: vorrei che ci fosse compicità, solidarietà, senso di protezione. Vorrei che lo  difendesse e lo coprisse, che lo aiutasse. Invece appena Giorgio sgarra, c'è un Momi dietro pronto a denunciarlo e a consegnarlo alle autorità. E' un continuo litigare, scaramucciare, strapparsi giochi.

Ogni volta che Momi tratta male Giorgio, ogni volta che lo prende in giro perchè piange, che lo manda via in malo modo se non ha voglia di giocare, ogni volta che lo lascia solo e magari piangente, io mi sento ferita dal suo comportamento, penso a tutte le volte che Gioggino pende dalle sue labbra, lo cerca, lo aiuta e lo difende, e questo mi fa male.

Forse dovrei uscire dal mio essere sorella, dovrei lasciare che crescano fratelli a modo loro, perchè in fondo, io nel loro rapporto non dovrei mettere il becco.

Ma nonostante questi momenti oscuri, amo vedere che costruiscono insieme qualcosa di eterno. Perchè Fratello è qualcosa di grande: è qualcuno che rimarrà con te quando non ci saranno più nemmeno la mamma e il papà. Fratello è il seme che è caduto dalla tua stessa pianta, che cresce indipendente, ma intrecciando i suoi rami ai tuoi. 
Fratello è quel pezzo di noi genitori che continuerà a vivere, quell'intimità che rimarrà anche quando nessuno dormirà più con la mamma, quel ricordo caldo di giorni passati a giocare in una casa che nella mente sarà sempre Casa.

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