domenica 12 febbraio 2017

La mia dipendenza


Sono due anni e mezzo ormai che la mia dipendenza è solo latente.
Eppure so che non posso considerarmi "fuori".

Sono stata una fumatrice. O forse lo sono ancora. Forse "fumatrice" è uno di quegli aggettivi che ti perseguita per tutta la vita, come la sigaretta che ti senti in mano o che continui a desiderare nei momenti peggiori - o in quelli più rilassati.
Fumo da quando avevo 16 anni.
Ho fumato durante due delle mie tre gravidanze, sebbene in modo decisamente contenuto rispetto ai miei standard.
Ho smesso milioni di volte, per un giorno, per tre, per una settimana. Per un anno.
Per due anni e mezzo.

Una delle mie ultime sigarette
In precedenza, avevo smesso sempre perchè avevo vicino un non fumatore che mi spaccava le balle, e quindi so che non si ottiene nulla nello stressare la gente.
L'ultima volta, questa, ho smesso per paura, perchè sapevo che avevo davanti un altro cesareo e nel consenso informato mi si prospettavano i rischi causati dal fumo in concomitanza con un'anestesia.
Come se non l'avessi mai saputo prima.

In gravidanza mi giustificavo dicendo che oltre a fumare poco, se avessi smesso completamente lo stress e il nervoso che avessi sentito avrebbero fatto ben peggio al bambino di quanto non abbia mai fatto quel poco fumo. Oggi mi vergogno di aver fumato allora.
Quando è nato Momi ho smesso: mi era stato detto che la nicotina passa più facilmente nel latte che attraverso la barriera della placenta, così ho smesso subito. L'ultima sigaretta l'ho fumata la mattina prima di entrare in ospedale. 

Questo comportamento sarebbe stato classificato come tossicodipendenza, se al posto delle sigarette ci fosse stato altro. Sarei una tossica, una drogata, forse un'alcolista. Invece sono solo una fumatrice.

Non so perchè nei confronti di chi fuma c'è questa "tolleranza". La realtà dei fatti è che sono una tossicodipendente, come tutti coloro che sono schiavi di una sostanza.

Ho smesso di allattare Simone perchè ho ricominciato a fumare. Mi vergogno di dire anche questo. Avrei potuto resistere ancora un po', e invece ci sono ricascata. Mi ero detto "faccio solo un tiro".

Non so quante volte nella mia vita è successo che dicessi questa frase. Di solito la frase dopo è "compro un pacchetto. Ma da 10 eh!". E quella dopo ancora è "No, vabbè ho preso il pacchetto da 20 perchè non mi piace scroccare, ma non ho ripreso. Smetto quando voglio!".

Come no! Sono passati vent'anni dalla prima volta che dovevo smettere quando volevo.
20!
Ma come tutti i tossici, anche noi fumatori siamo bugiardi, codardi, convinti.

Anni fa avevo letto un libro che aveva fatto tanto per me "E' facile smettere di fumare se sai come farlo" di Allen Carr. Me ne aveva parlato una mia cugina, che era una grande fumatrice e mi aveva detto che leggendo quel libro era riuscita a superare anche il bisogno di fumare quando si usciva con gli amici.
Ed effettivamente, era diventato la mia Bibbia. Funzionava! Avevo smesso, avevo aperto gli occhi!
Il libro iniziava dicendo che avremmo preso delle scuse per non andare avanti a leggere, ed era verissimo: non so quante volte ho letto il primo capitolo e l'ho interrotto.
Poi mi sono finalmente sforzata e sono arrivata alla fine. E all'ultima sigaretta di quel ciclo. Avrei potuto proseguire a stare senza, ma la mia storia ha voluto che la persona per cui mi ero convinta a smettere se n'era andata e io per ripicca, o forse per poter finalmente essere davvero libera di fumare quanto mi pareva, ho ricominciato.

E quando ricominci, lo fai quasi come se dovessi colmare un gap: se fumavi due, ora fumi 5.
Quando ho smesso l'ultima volta che l'ho fatto, ci sono riuscita non pensando al "per sempre". Mi sono data un termine: finito di allattare Giorgio avrei ricominciato. Ma prima che io smettessi ero già incinta di Lola. E allora, facciamoci almeno una gravidanza smoking free! E poi dovevo allattare, e prima che smettessi erano già passati più di due anni. E dopo così tanto tempo, sarei stata davvero stupida.
All'inizio, oltre all'idea che fosse una "sospensione" , mi aiutava anche il premiarmi: i soldi che risparmiavo dalle sigarette avevo deciso che li avrei spesi in libri, in ebook. Oggi ne ho così tanti che penso che non riuscirò mai a leggerli tutti!

A volte mi manca la mia sigaretta in mano.
A volte penso a quando Papi accendeva una sigaretta per me, o viceversa. E' un gesto di cui solo un fumatore riconoscerebbe il significato.
A volte penso a quando dopo notti lunghissime ci mettevamo sul divano, sotto le coperte, con la nostra sigaretta in mano - quando ancora fumavamo in casa.
E quelle volte ho il sapore della nicotina sulla lingua e la sigaretta tra le dita. Solo chi fuma può capire quanto sia quel tubicino infame tra le dita.
La sigaretta è conviviale, è figa, è pausa e sfogo.

Ma è solo una tara mentale.

Oggi la mia casa non puzza più. La mia macchina, i miei vestiti, i miei capelli non hanno più quell'odore nauseante della nicotina stantia.
La mia bocca sente i sapori, il mio naso riconosce i profumi a metri di distanza. Le mie tasche sono più ricche e i miei respiri più profondi. I miei bambini annusano il mio odore.

Ma un giorno, quando non avrò più nulla da finire perchè avrò concluso tutto, o perchè tutto starà in piedi da sè, mi accenderò la mia sigaretta.

Non se ne esce mai del tutto.

- ecco, per chi avesse questo "problema" lo consiglio davvero il libro di Allen Carr: è stato scritto da qualcuno che ha vissuto la stessa dipendenza e ne è uscito da solo. 
Per chi avesse questa stessa esperienza, secondo me, in quei momenti di lucidità in cui si dice "ora basta!", con uno sforzo di volontà e delle scadenze, ce la si può fare.
Si risparmia un sacco di soldi, si sente un profumo buonissimo. 
Ma non si guarisce. Il tiro per me è lo shottino dell'alcolista.

**sono una fumatrice in pausa, e non cercherò mai di conviere nessuno a smettere. Si sappia che io ho guadagnato tempo, soldi e salute. Si sappia che sono diventata padrona del mio tempo, non ho più l'urgenza di andare a fumare. Si sappia che sono la compagna di un fumatore che continua a fumare, sebbene sporadicamente io gli ricordi che sarebbe meglio smettere. Si sappia che all'idea di uscire con gli amici io devo ancora fare uno sforzo. Non è una strada semplice, ma si può percorrere.
Conosco ogni difficoltà. Ma so anche che si può fare.

 ***il mio simpatico uomo mi dice di far presente che io non fumo più, ma bevo e a sostegno di ciò mi ha scattato questa foto.
Oh è vero! Io ogni tanto bevo; ma signori assistenti sociali, mica da patologia!


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