martedì 28 marzo 2017

Il mio post polemico

Questa sera finisce così. Polemica.
Avevo programmato un post al profumo di marmellata, ma poi la navigazione mi ha fatto scendere il canino della vipera cornuta.

Per una stupidata eh! Ma è una di quelle stupidate per cui sono partita con lo scudo crociato ormai da tempo.
Il pretesto è stato la segnalazione - che ho apprezzato molto, sia chiaro! - da parte di una fantastica cugina acquisita, di un evento nella Brianza ormai in fiore, dedicato alle mamme che vogliono intraprendere un mini percorso narrativo-teatrale con i loro nani. 

Sarebbe bellissimo!!! Adoro questi laboratori, questi gruppi di incontro e di attività dedicati alle mamme e ai loro mostri.

Già. 

Peccato che sia il giovedì mattina.
Quando una mamma lavoratrice di solito è - guarda un po' - al lavoro.

Purtroppo è una cosa che spesso ho riscontrato. Le iniziative dedicate alle mamme sono sempre pensate a chi la mamma la fa come unico lavoro, non a quelle che la fanno nei ritagli sudati di tempo. Vero è che ho notato questa cosa più nel campo delle iniziative private, perchè devo dire che per fortuna, quando si tratta del pubblico - comuni, scuole, biblioteche - sono quasi sempre strutturate per accogliere mamme e bambini in orari in cui solitamente non si lavora. 

Sarebbe bello dire "beh, mi interessa così tanto che mi prendo quattro giorni di ferie", peccato che con un attivo di 3 figli in età prescolare i giorni di ferie li tenga come un tesoro per i momenti di malattie/scioperi/festività/necessità varie e le mie assenze a volte mi sembrano così frequenti che mi sembra di dover essere io a pagare il mio datore di lavoro perchè è così cortese da conservarmi il posto.

Oggi, sempre facendo zapping sul web, mi sono imbattuta anche in un interessante post che inneggiava al diritto di ogni donna di poter stare con i propri figli appena nati. Diritto che spesso viene negato, oppure a cui spesso comunque si rinuncia per i più svariati motivi, che fanno capo ad uno solo poi: portare a casa uno stipendio. Allo stesso tempo la società eleva a ruolo di eroine emancipate tutte quelle donne che nel giro di 48 ore dal parto sono di nuovo in pista: smartphone da una parte e pc dall'altra a tirare le fila di un mondo che onestamente, non è che mi attiri così tanto. 
Cito testualmente una frase che condivido appieno "la barca dell'emancipazione ci sta portando alla deriva, stiamo perdendo il senso, la giusta direzione". L'autrice si interrogava sul fatto che potesse essere un pensiero antifemminista, e la sua risposta era un bel "e chissenefregaaaa!". 

Devo condividerlo. Io credo che il femminismo e l'emancipazione non ci debbano far perdere l'idea di ciò che siamo, di ciò che possiamo, e nemmeno di ciò che dobbiamo. Io credo che debba farci sollevare la testa per ricordarci che siamo noi le sole padrone di noi stesse, ma rimaniamo donne. Non cloni degli uomini. Perchè è il paradosso dell'anticonformismo conformato. Femminismo è decidere noi della nostra vita, non mascherarci da uomini. Il punto è avere pari opportunità - come recita anche il titolo di un ministero che non ho ben capito di cosa esattamente si occupi - e non trasformarsi in uomini. 

Vabbè. Chiudo qui la mia polemica, tanto la riprenderò alla prima occasione perchè mi sta davvero a cuore.

E comunque, la versione compressa di quell'evento interessante la organizzano anche al nido comunale. Un incontro. Dalle 18 alle 20. 
Tiè.

- Gio non volermene. E' la fase ormonale..tu sei stata un vero tesoro a segnalarmelo! -

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