(a me sto titolo sembra tanto la lamentela di uno che
deve arrivare ogni giorno in zona San Siro nel traffico delirante della
Ovest..Ma non è mio lo slogan ovviamente - perché comunque è brillante e arguto
-, e non avevo titoli migliori, se no mi chiamavo J.K. e non LaBea).
In occasione della festa internazionale della donna ho
pensato a quelle donne che hanno fatto la differenza nella mia vita, ed è a loro che volevo scrivere questo post.
E allora scrivo per
la mia mamma. Che non ha lottato fisicamente con le unghie e con i denti per
crescerci, ma ha dovuto lottare ogni giorno contro la parte peggiore e più
cattiva di me.
Per la mia mamma che non ho mai capito e che ho sempre
criticato e contestato, che è sempre stata tanto diversa da me anche nel suo
essere mamma e nonostante ciò, ogni giorno trovo in me tutti quei gesti e quei modi di dire che ho sempre detestato, ma anche quelle cose che prima non capivo e che mi stanno aiutando a fare pace con lei.
Scrivo per la sua fragilità che non accetta e per la sua umanità che fa
di tutto per mascherare. Perché se le tolgo quel costume che ha voluto indossare, capisco in realtà da che parte sbuco io, così diversa da tutti in quella famiglia, eppure così figlia sua come solo negli ultimi anni vedo.
Quindi grazie alla mia mamma, che non mi ha costretta mai a
vestire un abito non mio. Che ha accettato lacrime e sfuriate, ed emozioni
strabordanti come ho sempre avuto io, lei così poco emotiva e sempre misurata.
Che mi ha lasciato vivere la mia vita come volevo io, anche quando lei
l'avrebbe voluta diversa. Che mi ha lasciata andare dove e come ho voluto,
rispettando la mia libertà e la mia capacità di scegliere, sempre. Che mi ha sempre sostenuta in modo discreto, senza mai farmi pressioni perchè riuscissi, senza mai starmi addosso se non riuscivo. Che mi ha cresciuta indipendente e anche selvatica, ma capace di stare in piedi in qualsiasi direzione soffi il vento.
Grazie alla mia mamma, che non capirò mai fino in fondo. Ma forse va bene così.
Alla mia Lola, che mi ha reso mamma di una donna che già
oggi mi dimostra come siamo diverse, speciali, difficili noi, così capaci di mandare avanti tutto e così socialmente convinte di non essere nulla.
Alla mia Lola, perché in questo mondo sbagliato e maschilista dovrà fare
più fatica dei suoi fratelli a dimostrare che vale quanto loro, pur avendo
risorse che loro non avranno mai. Perché nonostante la fatica di essere donna,
il prezzo sociale ed economico e i rischi che comporta, sarà capace di far
crescere una persona dentro di sé. Avrà il potere di dare la vita. E questo
vale ogni fatica ed ogni rischio.
Alla mia Lola a cui ogni giorno spieghiamo con in nostri gesti e il nostro amore che l'uomo è il nostro compagno, il nostro amico, il nostro alleato, e mai il nostro padrone.
Alla mia Lola che è il futuro e la speranza di vedere un mondo dove la differenza la farà la bellezza dell'animo e niente altro; dove l'amore sarà sempre giusto e nessuno dovrà più essere costretto a pensare che si sia meritato un amore malato.
Alla mia migliore amica. Che è vicino a me sempre e da
sempre.
Grazie perché c'è. Perché con lei ho conosciuto le rotture e
i ricongiungimenti, l'importanza di chiedere scusa e la grandezza di un legame che
è cresciuto con noi.
Per la sua forza incredibile, per la sua instancabilità, per
essere sempre stata un passo avanti, uno stimolo, il meglio con cui dovevo
confrontarmi. Il posto di pace in cui potevo andare a mettere lo smalto anche
in mezzo alla bufera.
Ho scelto queste tre donne della mia vita, perché fanno
parte del mio cuore, perché sono il mio passato e il mio futuro. Tante sono
quelle che ho incrociato e che ogni giorno incontro, che nel mio cuore hanno
lasciato un segno o che lì vivono. Le mie zie, le mie amiche, le mie
cugine, ma anche colleghe e conoscenti.
Ho scelto loro, perché non esiste nessun legame come quello
tra mamma e figlia, nessun legame così complesso e profondo, così carico di
odio e di amore.
E perché una sorella non ce l'ho, ma se avessi potuto
scegliere sarebbe stata lei e in fondo, un po' lo è.
- lo so, ho due giorni di ritardo sulla festa. Per questo mi giustifico utilizzando l'orrendo titolo. L'otto marzo dovrebbe essere ogni giorno, perchè noi, chi più e chi meno, ogni giorno lottiamo.
Parole che hanno commosso anche me, che manifesto poco pochissimo le mie emozioni. Brava!
RispondiEliminaGrazie di cuore!
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