domenica 19 marzo 2017

La colazione dei campioni

Non so come sia nelle case del resto del mondo, in quelle in cui ho vissuto io devo dire che la gestione della colazione è sempre stata controversa.

Posto che alla mia veneranda età sono convinta che la vita senza colazione non è degna di essere vissuta e che sono stata sempre abituata a variare le mie abitudini a seconda del momento, ma mai a lasciare la pancia vuota la mattina, devo dire che ho vissuto sempre con persone che la colazione non l'hanno mai fatta se non in ferie, a cominciare dal mio papà, per finire con Papi.

E devo dire che l'importanza e il piacere verso il primo pasto della giornata sono riuscita a trasmetterlo bene alla Lola e a Giorgio, ma Momi, come sempre quando si parla di cibo, lascia un po' a desiderare.

Se qualcuno la preparasse per me, penso che io potrei fare una di quelle colazioni a buffet che di solito fai negli alberghi: non disdegnerei nulla, forse giusto le aringhe affumicate che avevano cercato di propinarmi in Polonia, per il resto spazierei senza troppe menate dai fagioli al sugo, ai muffin ai frutti di bosco. Così, giusto per gradire.

Questo però è solo un sogno; nella realtà mi limito ad un caffè, presente da sempre sulla mia tavola del primo - o secondo, o terzo - mattino, che viene accompagnato a seconda del mood del momento da spremute di pompelmo, oppure yogurt, o latte e cereali, oppure ancora latte e biscotti o con pane e marmellata/nutella/miele. Insomma, prima il caffè. Poi vediamo un po' come butta la voglia del periodo. Sono cicli lunghi i miei: di solito quando parto con qualcosa, tipo la spremuta di pompelmo, vado avanti almeno un annetto.
Recentemente la mattina mi saziavo con una roba che a pensarci mi fa orrore, e anche a Papi e ai bambini disgusta. Nella realtà però è buona: latte con cereali, uvetta e semi di girasole che però sono messi nel latte dalla sera prima. Sì, pappa di cereali insomma. E probabilmente in fondo ho provato davvero orrore, se penso che questa colazione è stata in voga per un paio di settimane, contro altre che vanno avanti per stagioni intere.

I bambini hanno sempre cicli di voglie più corti, invece. Ultimamente Giorgio e Momi vogliono il latte con delle orrende cannucce contenenti palline di zucchero aromatizzato e colorato che dà al latte il sapore - ed il colore - della fragola, del cioccolato o della vaniglia. La Lola invece è fedele al succo. Passione anche dei due fratelli fino a poco tempo fa. Giorgio in particolare, che è un gourmet, lo vuole per inzupparci i biscotti. Non ci ho mai provato personalmente, ma a vedere il gusto e la passione con cui lo fa vien quasi voglia di assaggiare - quasi però! - .
Momi se riesce almeno a bere qualcosa è già un successo, perchè altrimenti lui non vuole nemmeno un bicchiere d'acqua. Mi chiedo come faccia a resistere fino al pranzo a scuola, visto che alla materna non è prevista la  merenda.

Ultimamente, siccome la mattina siamo sempre di corsa e al limite del ritardo, io e Papi prepariamo tutto la sera, così mettiamo sul tavolo le ciotoline dove poi la mattina si prenderanno le porzioni delle cose di cui avranno voglia - tipo i biscotti da inzuppare nel succo, per intenderci, o le palline di cereali al cioccolato che mangiano tipo patatine - i bicchieri, le cannucce di palline o quelle normali per chi volesse il succo da gustare con una cannuccia - che fa molto tendenza in casa nostra: anche io da piccola sorseggiavo il latte con la cannuccia a colazione -, la bottiglia del succo, i biscotti di diverso tipo, le tazzine del caffè, i cucchiaini, lo zucchero.

Ormai abbiamo anche l'abitudine di nascondere sotto le ciotoline una sorpresa, perchè è difficile per tutti iniziare una giornata lunga e fuori casa: allora gli metto una volta un ovetto di cioccolato, una volta un tatuaggio da farsi prima di andare a scuola, un disegno da colorare, una caramella al latte. Non è nulla, ma loro sono felici quando alzano le loro scodelline e trovano la loro sorpresa. 
Da quando la sera prepariamo questo aiuto per affrontare una lunga giornata lontani, ci si sveglia tutti un po' più facilmente. E poi i bambini sono impagabili  in questa età in cui si entusiasmano anche se trovano un cuoricino di carta e sanno che è fatto solo ed esclusivamente per loro!
L'altro giorno ho nascosto i pupazzetti di gomma che danno con la spesa dell'Eurospin, i Rubbitz. Quando Giorgio è arrivato al tavolo prima di tutti e ha alzato la sua scodella, ho pensato che fosse arrivato Babbo Natale: era così felice che non ho nemmeno ricollegato subito la presenza dei pupazzetti alla sua gioia.

Finita la colazione poi, il nostro effimero Mulino Bianco prende fuoco nelle fiamme dell'Inferno che divampa, tra le nostre urla da allerta dei servizi sociali e i loro pianti disperati perchè uno vuole il gioco dell'altro, le calze dell'altro, la felpa dell'altro e l'altro lo prende in giro, gli ruba anche il suo gioco, lo molesta facendogli i dispetti.

Ecco, la pace del risveglio, quel momento di sospensione tra il sonno e la ripresa dell'attività quotidiana, da noi dura all'incirca 3 minuti. A volte meno.

- non ho foto che documentino la tavola imbadita la sera prima, perchè da quando ho scritto questo post una volta il telefono era scarico, una volta mancavano le scodelle perchè erano in lavastoviglie, una volta mancavano le tazze per lo stesso motivo, e alla fine o la preparavamo tardissimo, oppure la mattina prima che si alzassero i mostri. Mannaggia.



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