venerdì 12 maggio 2017

Cronaca di un matrimonio non annunciato - parte II

Dunque. Per ricapitolare direi semplicemente che a poche settimane dal matrimonio i preparativi sembravano terminati.

Sembravano, perchè non avevo ovviamente una scaletta o un piano organizzativo che potesse darmi risposta certa.
In ogni caso, a quel punto dovevamo solo iniziare la festa!

La decisione era stata che siccome non avremmo fatto il pranzo con i nostri amici, avremmo fatto delle feste a parte. Quelle che normalmente vengono chiamate "addio al nubilato/celibato": noi, per non conformarci alla massa le abbiamo chiamate "feste".
So che aprirò una questione, ma per convincere Papi a farla ho dovuto sudare sette camicie. E non perchè non volesse - no no! -  solo per spirito di contraddizione - perchè sì, il suo Ernesto continua una guerra contro di me e le mie idee. Per fortuna solo sotto pressione -. Lui, a suo dire, non ne aveva bisogno e io ero un mostro, che volevo cacciarlo di casa - ditemi se non sono stata brava ad arrivare fino al 22 Aprile!-. 
Ma lui, che abita lontano da tutti i suoi amici era obbligato a farlo. Obbligato da me, ovviamente. Perchè se ne sarebbe pentito amaramente lui, e i suoi amici ci sarebbero rimasti male. Sono convinta che l'amicizia sia una pianta da curare: magari è una pianta grassa che necessita di poco, ma quel poco devi darlo. E quale occasione migliore di questa? Quale amico non avrebbe cercato di tirare fuori una serata per festeggiarne un altro che si sposa? E così Papi è partito, ha unito un po' di cose e se n'è andato il venerdì per tornare la domenica.

E gli dei sumeri mi hanno punita per essergli stata addosso e averlo costretto a festeggiare: evidentemente concordavano con lui che sono un mostro perchè la mattina di sabato ci siamo svegliati con due casi di varicella e uno di polmonite. 
E vai.

Ok, riemergiamo da quel weekend orrendo e il sabato dopo finalmente è il mio turno!
Le mie amiche mi hanno portata in centro a Milano a fare un apertivo super e poi abbiamo vagabondato fino a notte. Sono tornata a casa alle 2 o forse dopo. Sobria, ma estremamente felice - il "ma" si ricollega al discorso degli AA del precedente post - e stupita dal numero di persone che incrociandomi mi facevano gli auguri (spesso senza che nemmeno me ne accorgessi, perchè son stordita!). Perchè le mie amichette mi hanno costretta ad indossare un velo da sposa e la fascia "sposa dell'anno" tutta sera. Loro sì, mostri! 

Ormai era l'8 aprile. I tempi stringevano e dopo Pasqua è andato tutto velocissimo: io mi sono ammalata due giorni prima e ho implorato il nostro farmacista di drogarmi per farmi stare in piedi. E così ha fatto - ibuprofene. Giuro niente di illegale. Lo stesso giorno il comune chiama Papi per dirgli che non trovavano i documenti di mio fratello che doveva celebrare. Una volta trovati - cercandoli nel comune corretto di residenza è stato un attimo, pensa com'è strana la vita a volte!..ma che vuoi, i dati anagrafici noi li avevamo consegnati solo 4 mesi prima, non è che potevano verificare proprio subito - si rendono conto che mio fratello porta il mio stesso cognome - del resto, era lo stesso cognome indicato sui documenti il 5 gennaio - e allora richiamano Papi - furbi! perchè sapevano che se avessero chiamato me mi sarei materializzata in Comune tra vapori di zolfo prima ancora che finissero la frase - spiegandogli che non poteva officiare un famigliare perciò dovevamo trovare un sindaco o un assessore che celebrasse il matrimonio, di lì a due giorni.

SCUSA?!?!?! NOI?!?! Cosa faccio? Scorro l'elenco telefonico e vedo dove trovo il titolo sin.co davanti!?!

Per illustrare la soluzione trovata faccio un passo indietro.
Avevamo scelto di avere due testimoni ciascuno: uno a testa vero e l'altro fantoccio - l'impiegata comunale l'ha definito di cuore, per rendergli omaggio: in realtà è solo seduto lì accanto - . Papi aveva scelto suo fratello e il suo migliore amico come farlocco, io avevo scelto la mia migliore amica e il mio ex.
Sì, il mio ex. Perchè una cosa che finora non è emersa in questo blog è questo dettaglio: abbiamo una famiglia allargata. Conosco il mio ex da 25 anni, è stato il mio migliore amico, poi il mio ragazzo, il mio fidanzato e anche il mio convivente. Poi è finita, grazie alla sua lungimiranza. E' stato difficile rialzarsi, ma quando l'ho fatto ho volato: ho trovato me stessa, la mia felicità e la mia strada. Non per colpa sua non l'avevo fatto prima. Penso che fosse perchè ci eravamo intrappolati nei noi adolescenti e solo una volta liberi siamo cresciuti e sbocciati. Papi e la moglie di Fabio sono stati tanto illuminati da darsi il tempo di capire che non c'era un nemico dall'altra parte, ma un amico che gli avrebbe donato il cuore. E così, oggi per i nostri bambini sono lo zio Fabio e la zia Roby e credo che a nessun altro affiderei i miei figli più che a loro.

Torniamo all'impiegato kamikaze. In una frazione di secondo ho fatto mente locale, pensando a chi avrebbe potuto officiare, se loro avessero collaborato recuperando i documenti: la Serena? No. Una cerimonia di lacrime e scene mute e poi non sono sadica come lei che mi ha sbattuta sull'altare a leggere il giorno del suo matrimonio. Il marito di Serena? Risiede in Svizzera, quelli non recuperano i documenti da Milano, vuoi che in un attimo recuperino dalla Svizzera?!
Allora Fabio. E lui con una certezza: il suo essere prima donna avrebbe reso la cerimonia sicuramente d'impatto!
L'impegato ci chiama nel giro di poco a dirci che ha già recuperato tutti i documenti del celebrante - e ti conviene va! - e prende anche il coraggio a due mani per chiamare direttamente me e chiedermi scusa per l'intoppo e farmi presente che devo rimandare alcune carte. E io, davanti ad una persona che si scusa alzo le mani - non nel senso che lo meno eh!-: a posto così, non pensiamoci più, non ci siamo capiti.

Ok. E' il giorno.

La sera prima ho 38° di febbre, ma non importa: l'ibuprofene farà il miracolo.
La mattina, ad un orario che non pensavo legale per un parrucchiere, vado con la mia testimone a sistemare trucco e parrucco, e la mia fidata parrucchiera per realizzare un capolavoro dell'architettura aerea mi spiana anche tutte le rughe da quanto tira, ma in tempi perfetti finisce il restauro. Non mentirò dicendo che sembravo ringiovanita, ma sicuramente ero venuta benissimo! Me la prendo comoda e mentre aspetto che anche Serena finisca raccontiamo da quanto siamo amiche, e come e perchè e bla bla bla. Finito anche il suo restyling passeggiamo amabilmente fino alla macchina e solo allora mi rendo conto che sono quasi le 10!!! Sgommo e la faccio scendere senza fermarmi e alla velocità della luce arrivo a casa, dove Papi che si è settato con me via telefono, con una perfetta sincronia che nemmeno il servizio di sicurezza del presidente degli USA, parte proprio mentre io entro nella nostra via. La mia autista rimane sbalordita da tanta organizzazione, sapendo bene con chi ha a che fare.

Andiamo. Ho lasciato il mistero intorno al mio vestito: lo sanno i pochi che sono stati presenti al travaglio decisionale e la mia mamma - a cui l'ho svelato per paura che le venisse un coccolone: nemmeno il giorno del matrimonio è vestita bene! -. Chissà quali erano le aspettative..
Ecco: velo, bouquet, io. Andiamo.

Arrivati in Comune il mondo intero. Il mio mondo intero. Ero così emozionata che quasi non riconoscevo i bambini che erano andati con Papi! - a mia discolpa posso dire che con un velo in testa ti sembra di vedere tutto da una finestra con zanzariera - .
Milleseicento foto prima di entrare, mandiamo tutti dentro, tengo fuori il mio papà e i bambini che dovevano precedermi, ma che appena entrati nella sala si sono seduti dove gli è capitato. Ma io e il mio papà andiamo avanti, nel delirio e nell'emozione, fino a Papi. Il mio bellissimo Papi che ero sicura che sarebbe stato più elegante di me! Bello, emozionato e radioso.

Fabio, come immaginavo ha fatto un discorso molto bello. Papi ha scelto delle canzoni perfette, tra cui "Le cose che abbiamo in comune" di Daniele Silvestri, che mi ha colpita perchè non è una canzone che fa parte davvero di noi: ne avremo parlato una volta, mille anni fa. Eppure ce l'avevo in mente proprio quel giorno, mentre tornavo dal parrucchiere.

Ci siamo scambiati le promesse, per scelta di Papi io ho letto quel che lui ha scritto per me e viceversa. Solo che io avevo scritto a mano e lui ha fatto un po' di confusione - o ha avuto dei lapsus freudiani dato che ha confuso la parola "figli" con "litigi" e "serenità" con "serietà". E infine gli anelli, portati dal nostro emozionatissimo e felicissimo Momi! In tutto questo i bambini ci sono gironzolati attorno tutto il tempo, facendo domande, venendo in braccio, giocando con il bouquet. Insomma, rendendo tutto esattamente come avremmo voluto: un matrimonio con i nostri figli al centro.

Mi fermo qui, perchè il resto è tutta festa ed è difficile descrivere tutta l'emozione e l'amore che c'era: è stata una giornata perfetta, esattamente quello che volevamo. Alla fine della cerimonia la mamma e la zia di Fabio avevano organizzato un banchettino per brindare, perchè tante delle persone a cui voglio bene sarebbero state presenti lì e non al pranzo, e ci tenevo a festeggiare con loro.

E' stato perfetto, perchè nella nostra organizzazione denominata "a cazzo" puntavamo sull'amore delle persone e abbiamo vinto. 

Non avrei pensato di emozionarmi così, non avrei pensato che dopo tutti questi anni e tutti questi figli potessi essere ancora così agitata e Papi così emozionato.
Le persone che sono venute, quasi tutte solo per la cerimonia, hanno reso il nostro giorno magico, ci hanno fatto sentire un grande amore, sono state il segreto di questo matrimonio.

Grazie. A chi è venuto con un preavviso minimo. A chi è venuto perchè mi conosce da quando avevo 14 anni e ancora mi è amico. A chi mi conosce da prima, ed è il cactus che annaffio con tutto il mio amore solo ogni tanto - purtroppo -. A chi mi ha conosciuta dopo, mi ha raccolta quando non stavo in piedi, e ha gioito con me ad ogni successo. A chi mi ha conosciuto anni fa, ma ho trovato solo ora e ho scoperto un diamante che avrei potuto perdermi. A chi è con me ogni giorno e chi solo ogni tanto, ma in modo sincero e con amore. 
Il nostro matrimonio è stato come siamo noi: arrabattato e pieno d'amore. Grazie, a tutte le persone che di amore ce ne hanno portato un pezzo.

Grazie ai fotografi volontari e ufficiali, perchè delle due cose di cui mi sono pentita - non aver fatto le bomboniere e non aver preso un fotografo - hanno messo la toppa almeno ad una (all'altra ho cercato di metterla io, ma sono ancora in attesa).

Grazie a mio marito perchè da quando siamo usciti insieme la prima volta non ho fatto altro che chiedergli di sposarmi e glielo chiederei ancora ogni giorno. Perchè è lui la terra che ha accolto le mie radici e se ne prende cura.

- ah. Dalle 18 di quel giorno io ho avuto la febbre fino al 4 Maggio. Dal 22 Aprile. Sono stata sotto antibiotico per giorni, eppure la febbre continuava. Le versioni accreditate sulle cause della malattia sono due:

a) sono scaduta. Best before il termine del giorno del matrimonio. Poi basta. Mi sto ammuffendo come un limone dimenticato nel frigo - sì lo so che è un'immagine un po' strana, ma è un elemento onnipresente nel nostro frigo il limone muffo -.  
b) Papi mi ha lentamente avvelenata, per poter finalmente prendere la reversibilità della mia pensione. Mi ha fatta riprendere perchè aveva capito che stavo sospettando di lui, ma è lì pronto a tornare all'attacco.
Furbo Papi.












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