martedì 12 settembre 2017

Ma che è sto HOME SCHOOLING??

Nel corso dei miei pochi anni (da mamma), mi sono un po' informata sulla pratica dell'home schooling che altro non è che ritirare il proprio figlio dal sistema scolastico e rimetterlo in mano ad un precettore, solo che spesso il precettore, in questi casi, altro non è che uno dei genitori.
Ecco, potrei intitolare il post anche "Welcome in the middle age".
Io avevo scoperto questa possibilità perchè ho vagato per il web alla ricerca di una linea da poter seguire quando ero a casa in maternità con Giorgio perchè non portandolo al nido come avevo fatto con il Momi, proprio perchè tanto ero a casa, volevo trovare gli stimoli giusti e le attività adatte da fare insieme.
Non avevo trovato molto sul lavoro che si può fare con un bambino di un anno o poco più. Ma in compenso mi sono trovata a scoprire tutto quello che c'è per i bambini dai tre anni in su. 
Io mi ero limitata ad approfondire la sezione scuola dell'infanzia, diciamo, ma pare che la cosa sia percorribile anche alle elementari: e io che ero rimasta ai carabinieri che ti trascinano a scuola se cerchi impunemente di sottrarrti all'inquadramento scolastico!

Invece pare che no, forse dando delle garanzie, promettendo di seguire una linea ministeriale - boh, che ne so, ma non credo che si possa pensare di fare home schooling senza che si affronti la grammatica, per dire - puoi essere tu l'insegnante di tuo figlio, o di piccoli gruppi omogenei di bambini.

Ecco. A me pare una gran stronzata - giuro, ho cercato un termine più politically correct, ma il massimo che mi veniva era "cagata" -.

Posto che a livello di insegnamento la scuola  possa anche essere carente, ma se la si pensa in questo modo si può anche integrare l'insegnamento invece che sostituirlo - del resto se hai il tempo di organizzare delle intere lezioni, lo avrai anche per migliorare quelle degli altri, se lo ritieni opportuno - ritengo che la scuola non abbia una semplice funzione di trasmissione delle conoscenze o delle nozioni. Credo che la sua importanza consista soprattutto nella sua dimensione sociale: io ho un lavoro e lì sono solo Beatrice e non la mamma di, la moglie di - ahahah sì!! finalmente la moglie di!! - sono io, conosciuta e più o meno apprezzata per quella che sono nel micro-cosmo del lavoro.

Penso che anche i nostri figli meritino di essere solo Simone, Giorgio e Viola. Meritino di avere le loro relazioni sociali non mediate dai genitori, il loro banco di prova affettivo e conflittuale, il loro essere solo se stessi nel mondo. Gli spetta tutto quel bagaglio emotivo che porta con sè la scuola, che a volte è la cosa più grande che lascia. Perchè in fondo, saremo tutti in grado di studiare ciò che ci piace, ma se vivremo guardando sempre il mondo da dietro la siepe sull'ermo colle, hai voglia ad essere istruito! Si meritano le gite, gli scazzi con i compagni, i giochi, i litigi e le cotte.

Sono fuori dal sistema-scuola da anni e non so quanto possa essere migliorato o peggiorato rispetto a quando frequentavo io. Chi sceglie l'home schooling motiva la sua scelta affermando che abbiamo pochi insegnanti degni di nota, pochi che abbiano la passione di insegnare, la passione di crescere i ragazzi. Esattamente come quando andavo a scuola io. Forse esattamente come da quando andare a scuola è diventato un obbligo per tutti e non più un privilegio di pochi e fare il maestro non è stata più una vocazione, ma un "boh e mo' che faccio?".
Anche io ho avuto pochi insegnanti validi. Ma almeno uno per ogni ciclo di studi: la mia maestra delle elementari, la mia professoressa di italiano alle medie, e quella di inglese alle superiori. Non ricordo nulla di ciò che ho imparato. Ricordo loro e la voglia che avevano di riprenderci quando eravamo alla deriva, la passione che avevano per noi, prima ancora che per ciò che ci insegnavano. Basta un insegnante così per dimenticare tutti quelli che rasentavano appena la nostra lingua o la nostra umanità.

L'home schooling a me sembra solo una moda, onestamente anche un po' snob, visto che non so in quanti possano avere mezzi e conoscenze per una scelta simile. Non sarà scappando che miglioriamo le cose, non possiamo combattere stando fuori, senza conoscerne meccanismi, limiti e pregi. 

Io scelgo la scuola. Per di più pubblica, dove insieme ai miei figli ci saranno bambini di ogni colore e abilità. Perchè non mi interessa se resteranno indietro con il programma, se lo riterrò necessario prenderò provvedimenti in autonomia; mi interessa che assaggino il mondo per quello che è, e che siano nel mondo ciò che loro sono, ricordandosi anche che se qualcuno è rimasto indietro ci si ferma  tutti per aiutarlo.

O almeno così dovrebbe essere.

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